Per valutare lo stato del marchio d’impresaè innanzitutto indispensabile conoscere la data del deposito, a partire dalla quale iniziano a decorrere i diritti a favore del titolare ed anche i termini per i rinnovi successivi. Un marchio ha una durata massima di dieci anni, dopo di che può essere eventualmente rinnovato sempre per periodi di dieci anni. Questo è vero a partire dal 1992, mentre in precedenza un marchio durava venti anni, anche se era prevista la possibilità di pagare le tasse in due rate decennali.
Inoltre bisogna valutare che tipo di marchio è stato registrato e cioè un marchio italiano o internazionale, perché anche in questo caso possono esserci delle differenze nel calcolo dei termini.
Il consiglio pratico è, per iniziare, quello di rivolgersi alla Camera di Commercio presso la quale esiste un ufficio che si occupa di brevetti e marchi, tramite il quale effettuare una ricerca e controllare tutti questi dati, incluso il pagamento delle tasse. Se il marchio è stato depositato o rinnovato in una data inferiore a dieci anni, esso risulterebbe ancora in vita e sarà possibile successivamente provvedere a rinnovarlo allo scadere dei dieci anni.
Il fatto che l’impresa abbia cessato la sua attività nel 1993 potrebbe avere, però, causato dei problemi di decadenza o di convalidazione, ovvero potrebbe essere accaduto che qualcun altro abbia registrato un marchio uguale e che nessuno abbia presentato alcuna forma di ricorso, per cui quest’ultimo potrebbe continuare ad utilizzarlo nonostante il segno che abbia una data di prima registrazione anteriore.