Conviene brevettare un’invenzione anche all’estero prima di presentarla ad una società estera?
Sicuramente quando si contattano società straniere per la cessione o la licenza di un brevetto è meglio avere esteso il brevetto anche nei loro Paesi per evitare poi di dovere rincorrere a suon di avvocati e carta bollata i sempre pronti truffatori.
Comunque se si preferisce non investire sul brevetto estero e provare comunque ad avviare delle trattative con tali società sarà inevitabilmente necessario mostrare il brevetto per poter consentire all’ interlocutore di valutare se possa avere o meno un interesse all’acquisto e poter poi pattuire una determinata somma.
Per potere stabilire il grado di tranquillità di cui si potrà godere occorre conoscere da quanti mesi è stata depositata la domanda di brevetto e se per la stessa è stata richiesta l’anticipata accessibilità al pubblico.
Infatti se la domanda è stata depositata da più di tre mesi ed è pubblica, allora essendo ormai essa nota a tutti e facente parte dello “stato della tecnica”, anche se l’impresa estera andasse a brevettare lo stesso oggetto nel suo Paese, tale brevetto sarebbe nullo per mancanza di novità.
Se, invece, il brevetto è stato depositato da meno di tre mesi o non è ancora accessibile al pubblico allora le cose cambiano. In tal caso essendo la domanda di brevetto segreta, la società potrebbe anche validamente brevettarla all’estero e l’unica possibilità di salvezza sarebbe quella di effettuare, entro 1 anno dal deposito in Italia, l’estensione all’estero rivendicando la c.d. “priorità”. La cosa è comunque complicata.
In ogni caso è sempre opportuno in questi casi far sottoscrivere una lettera d’intenti che comprenda anche una clausola di segretezza, in modo da disincentivare l’altra parte dal fare mosse false e da avere sempre un documento con il quale poter fare valere i propri diritti.