È legale il link alle pagine interne?
La rete internet funziona e risulta interessante proprio grazie al collegamento tra di loro delle pagine che sono presenti in rete, in modo che un utente possa saltare da una pagina all’altra tramite una serie di rimandi, i famosi link, che rappresentano uno strumento importante per la comunicazione telematica.
I link sono una realtà costante e sono normalmente considerati leciti. Anche se il gestore di un sito può vietare, con una propria clausola sul sito stesso, di operare un link alla propria home page, di fatto un rinvio del genere è solitamente molto gradito. Purtroppo, alcune volte capita che i gestori di alcuni siti nel costruirli non stiano a perdere troppo tempo nell’elaborare i contenuti e nello scrivere i testi, ma li copino qua e là, oppure trovino altri siti che contengano già delle pagine con quelle informazioni e quindi rimandino ad esse. Si tratta di un “deep linking”, cioè di un link profondo che salta la home page e va direttamente alle pagine interne che si aprono come se fossero pagine di proprietà del sito che opera il rinvio. Solitamente questa operazione viene ritenuta illecita, proprio per violazione di copyright, in quanto si tende a sfruttare il lavoro altrui senza neppure evidenziare al navigatore chi sia l’autore di quei testi.
Recentemente, però, alcuni giudici stranieri, in casi analoghi, hanno ritenuto possibile e lecito un tale comportamento, mentre in Italia non sono note sentenze al riguardo. La cosa più conveniente da fare è quella di cercare un accordo con chi effettua il link, chiedendo che esso indirizzi alla propria home page oppure alle pagine interne, purché i gestori siano disposti a pagare una royalty o, in caso contrario, che lo tolgano del tutto. Sono accordi sempre più frequenti, ed anche le grandi aziende scendono spesso a patti del genere, per cui questa è decisamente la strada da seguire, prima di decidere di promuovere un’azione legale.