L’Italian Sounding è un fenomeno che interessa i prodotti realizzati all’estero che usano nomi che richiamano, come suono, quelli Italiani, ingannando i consumatori riguardo all’origine di quel prodotto.
Questa pratica illegale è molto diffusa soprattutto per quanto riguarda i prodotti agroalimentari: il Parmesan, il Parma Salami prodotto in Messico, la Mortadella Siciliana che arriva dal Brasile, il Pesto ligure dalla Pennsylvania, ne sono solo alcuni esempi.
Ci sono due conseguenze negative per questa pratica illegale, una che riguarda il consumatore, una che riguarda le aziende produttrici dei prodotti originali.
1. Danni ai consumatori.
I prodotti che utilizzano nomi dal suono simile a quello del Made in Italy hanno l’obiettivo di attribuirsi la qualità che contraddistingue le eccellenze del nostro paese e che deriva dall’uso delle materie prime selezionate, dal metodo di lavorazione, dall’assenza di sostanze chimiche che alterano le proprietà del prodotto.
Il consumatore viene quindi ingannato acquistando un prodotto che, oltre ad essere diverso per quanto riguarda il gusto, è anche sostanzialmente diverso negli ingredienti e nei valori nutrizionali e quindi meno “sicuro”.
2. Danni alle aziende produttrici
Le aziende estere che utilizzano impropriamente segni distintivi e descrizioni informative e promozionali che si rifanno in qualche modo al nostro Paese, per imporsi sul mercato e acquisire un vantaggio competitivo, adottano la tecnica della concorrenza sleale.
In questo modo l’azienda produttrice del prodotto “non-italiano” si ritaglia fette di mercato a discapito di aziende produttrici nostrane.
Il danno economico è enorme. In termini di fatturato, questo giro d’affari illegale produce circa 147 milioni di euro al giorno (quasi il doppio del Made in Italy originale) e costa più di 300.000 posti di lavoro in meno nella nostra economia, secondo le stime di Coldiretti.
Esiste anche un notevole danno d’immagine per chi vede sfruttata la similitudine con il proprio marchio con prodotti di scarsissima qualità.
Una delle conseguenze recenti: i Kit fai-da-te
Ancora più preoccupante, all’interno di questo fenomeno, è il diffondersi di appositi Kit per la produzione casalinga dei più famosi formaggi e vini italiani.
In pratica, grazie a un improbabile intruglio di pillole e polveri, dovrebbe essere possibile produrre a casa propria una mozzarella in soli 30 minuti o vini di fama internazionale.
E in questo modo vengono commercializzati, a spese di consumatori e produttori, 20.000.000 di bottiglie che sull’etichetta riportano Barollo (Barolo), Cantia (Chianti), Ninoncella (Valpolicella) e Monticino (il Brunello di Montalcino).
Se sei un consumatore…
L’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi ha messo a punto una “Guida Anti-Contraffazione” creata per una corretta informazione con lo scopo di tutelare e accompagnare il consumatore nella scelta del prodotto originale.
Se sei un produttore…
L’unico modo per tutelare il tuo prodotto da ogni tipo di contraffazione e di abuso (compreso l’Italian Sounding) è registrare il tuo marchio.
Ufficio Brevetti si avvale della consulenza della Dott.ssa Giulia Mugnaini, Trademark & Design Department, che ha una competenza specifica proprio in questo genere di pratiche.
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